Il Gazzettino di Padova

Imprese, i prestiti calano di oltre 409 milioni di euro 

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Domenica 19 Gennaio 2025

LO SCENARIO

PADOVA È un record negativo quello segnato dai prestiti alle imprese del settore manifatturiero in provincia di Padova. 
A dimostrarlo sono i dati della Banca d'Italia, aggiornati al 31 ottobre 2024 secondo cui non si superano i 4,6 miliardi, con un calo dell'8% rispetto all'ottobre 2023 che corrisponde a circa 409 milioni di euro. Un segno meno che aumenta ancora di più se paragonato a gennaio 2023, fino a toccare il -9,4%, dato che lo stock dei finanziamenti era di 5,1 miliardi. Una discesa in picchiata se torniamo ai primissimi dati disponibili, quelli di giugno 2011, in cui i finanziamenti alle attività industriali si attestavano intorno ai 6 miliardi, come nel 2012, per poi precipitare lentamente ai giorni nostri. 
Numeri infausti che si aggiungono alla crisi generalizzata che ha visto l'industria manifatturiera del Veneto, secondo Unioncamere, in continua difficoltà nel terzo trimestre 2024, registrando un calo per il sesto trimestre consecutivo, con una produzione industriale scesa dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% rispetto allo stesso periodo nel 2023. A calare sono stati gli ordini dall'estero (-3,4%), ma anche nazionali (-1,1%), mentre il fatturato delle aziende è sceso dell'1% rispetto all'anno precedente, in barba ai 70 tavoli di crisi aziendali gestiti dalla Regione Veneto, con oltre 14mila lavoratori coinvolti. 

IL LEGAME

Un rapporto, quello tra l'impresa e la banca, che secondo l'avvocata Daniela Ajese, titolare di uno studio legale specializzato in diritto bancario e finanziario e co-fondatrice di EquilibrioFinanza, «è mutato radicalmente nell'ultimo decennio. Il sistema vive una spersonalizzazione del cliente, percepito unicamente in termini di dati di bilancio e capacità restitutoria, il cosiddetto "Credit Score". In questo contesto assume importanza il supporto professionale che offriamo per comprendere i modelli di rating degli Istituti e per aiutare i clienti a costruire un proprio piano di impresa. Ma anche una corretta interlocuzione con il sistema creditizio e, infine, agevolare l'effettivo accesso al credito per le Pmi». 
L'esperta, poi, specifica: «Diventa sempre più necessario un controllo periodico delle proprie esposizioni, sia in termini di effettivo fabbisogno sia di controllo delle condizioni contrattuali applicate. Proprio queste ultime, in tempi di significativo aumento dei tassi di interesse, incidono in maniera rilevante sul costo del credito. Grazie ai nuovi strumenti forniti dal Codice della Crisi di recente introduzione, sempre più spesso vediamo intervenire forme di supporto finanziario alternative al tradizionale ricorso al credito bancario, quali fondi di investimento o investitori privati», afferma.
Nell'accompagnare per oltre 20 anni centinaia di imprese nei percorsi di interlocuzione con gli enti creditizi, ha compreso che «il settore del credito è regolato da un sistema di norme complesso che, se ben conosciuto e gestito, può offrire un grande aiuto a chi utilizza la leva finanziaria per il proprio business. Un esempio concreto è quello di un'azienda manifatturiera della provincia che si è trovata in difficoltà nel gestire i costi finanziari legati all'uso delle linee di credito bancarie e ci ha chiesto di verificare i saldi dei conti e identificare eventuali addebiti non dovuti». 

IL PROCEDIMENTO

Ajese supporta le imprese assieme all'avvocato Stefano Artuso, specializzato in diritto tributario, ed al commercialista Riccardo Bonivento, esperto in crisi e ristrutturazioni aziendali. «Abbiamo avviato un confronto con le banche coinvolte e, alla fine del procedimento, una di queste è stata condannata a ricalcolare il saldo del conto eliminando gli addebiti non legittimi. Una decisione confermata anche in appello"

Iris Rocca

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