Perché il sistema di valutazione automatica del merito creditizio può diventare un ostacolo per PMI e start-up
In un contesto bancario sempre più digitalizzato, le decisioni sul credito vengono prese in tempi rapidi, grazie a sofisticati sistemi automatizzati di credit scoring. Ma cosa succede quando l’efficienza tecnologica prende il sopravvento sul buon senso? L’automazione, se non affiancata da un’analisi personalizzata, può portare a valutazioni ingiuste, penalizzando proprio quelle realtà imprenditoriali che più avrebbero bisogno di sostegno: start-up, PMI e aziende innovative.
Il lato oscuro dell’automazione: spersonalizzazione e giudizi parziali
Il credit score è un indice numerico elaborato da algoritmi che analizzano i dati finanziari di un soggetto (sia persona fisica che giuridica), con lo scopo di quantificare il rischio di insolvenza. Più il punteggio è basso, più difficoltoso sarà accedere a un finanziamento.
Tuttavia, questo sistema ignora una parte fondamentale della valutazione: il contesto. Una giovane impresa, magari con un’idea innovativa e un team competente, può essere automaticamente penalizzata per la semplice assenza di uno storico creditizio. Lo stesso accade a chi ha affrontato difficoltà temporanee e ha già messo in atto azioni concrete di risanamento. Il risultato è una valutazione fredda, distante e, spesso, fuorviante.
In pratica, il giudizio dell’algoritmo finisce per diventare una sentenza, spesso difficile da ribaltare.
Come difendersi da una valutazione errata?
Se il credit score penalizza l’impresa in modo non conforme alla sua reale solidità, è importante reagire tempestivamente e in modo strategico:
- Curare il dialogo con gli istituti di credito: spiegare il proprio modello di business, l’evoluzione aziendale e i progetti futuri può fare la differenza.
- Fornire dati aggiornati e coerenti: bilanci, business plan, indicatori di performance e report previsionali devono essere chiari e ben documentati.
- Affidarsi a consulenti esperti: un avvocato specializzato in diritto bancario o un consulente finanziario può aiutare a ricostruire correttamente la propria posizione, individuando eventuali anomalie nella valutazione e supportando la trattativa con l’istituto.
La tecnologia non deve sostituire il giudizio umano
Il ricorso a strumenti automatizzati non è, di per sé, un male. Al contrario, può portare trasparenza e velocità. Ma il rischio maggiore è che la macchina venga utilizzata in modo esclusivo e non integrato con una valutazione personalizzata, basata anche su fattori qualitativi.
L’esperienza imprenditoriale, la capacità di adattamento, l’innovazione e il contesto economico non sono numeri: sono elementi fondamentali che meritano di essere considerati, specie quando si decide se finanziare o meno un’impresa.Hai dubbi su una valutazione creditizia ricevuta dalla tua banca? Contattaci per una consulenza personalizzata.