Una nuova tutela per imprese e cittadini: comprendere le decisioni automatizzate sul merito creditizio è un diritto
Nel contesto sempre più automatizzato della finanza e del credito, una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – la C-203/22 – introduce un principio di grande rilievo: chiunque sia oggetto di una decisione automatizzata basata su un credit score ha il diritto di comprendere in che modo e su quali basi quella decisione è stata presa.
Si tratta di una svolta importante per la tutela dei diritti di imprese, professionisti e cittadini, che spesso si trovano ad affrontare valutazioni creditizie poco trasparenti e con impatti significativi sull’accesso a finanziamenti e servizi finanziari.
La decisione automatizzata: cosa significa?
Molti sistemi di valutazione del merito creditizio sono oggi gestiti da algoritmi e piattaforme digitali, che raccolgono e analizzano una vasta mole di dati per attribuire un punteggio (credit score). Questo punteggio può poi essere utilizzato da banche, finanziarie, assicurazioni o altri enti per:
- decidere se concedere un prestito o un fido bancario;
- stabilire il tasso d’interesse applicabile;
- valutare il rischio di insolvenza.
In molti casi, l’intervento umano è del tutto assente o limitato a una verifica superficiale. È in questi casi che si parla di decisione automatizzata, regolata dall’art. 22 del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Cosa dice la sentenza C-203/22?
La Corte di Giustizia dell’UE ha chiarito che il credit scoring realizzato da un sistema automatizzato – come avviene, ad esempio, da parte di agenzie di rating o banche tramite software – rientra a pieno titolo nell’ambito dell’art. 22 GDPR.
In particolare, ha stabilito che:
- l’interessato ha diritto a sapere se e in che misura una decisione è stata assunta in modo automatizzato;
- deve essere garantita una spiegazione comprensibile dei criteri utilizzati dal sistema per generare il punteggio;
- non è sufficiente comunicare il punteggio finale: occorre rendere noti anche i fattori determinanti, come il peso attribuito a determinati dati (es. ritardi nei pagamenti, entità dei debiti, durata del rapporto bancario).
Questa interpretazione rafforza la trasparenza e apre la strada a possibili contestazioni da parte di chi ritenga di essere stato valutato in modo scorretto o discriminatorio.
Perché è importante per imprese e professionisti?
Le decisioni basate su credit score hanno conseguenze economiche dirette: possono precludere l’accesso a linee di credito fondamentali per la continuità aziendale, influenzare la reputazione sul mercato, o determinare condizioni contrattuali meno favorevoli.
La sentenza C-203/22 rappresenta una tutela concreta contro valutazioni arbitrarie o non verificabili. Le imprese e i professionisti, a fronte di una valutazione negativa, potranno ora:
- richiedere accesso alle logiche di calcolo del punteggio;
- verificare la correttezza e la pertinenza dei dati utilizzati;
- ottenere chiarimenti in caso di decisioni che penalizzano ingiustamente.
Il ruolo del legale nella tutela del diritto alla spiegazione
Di fronte a decisioni automatizzate lesive o non motivate, è fondamentale poter contare sull’assistenza di un professionista. Lo Studio Legale Ajese offre consulenza in materia di:
- verifica delle decisioni automatizzate in ambito bancario e finanziario;
- accesso e interpretazione dei dati creditizi;
- tutela dei diritti previsti dal GDPR, anche tramite reclami al Garante della Privacy o contenzioso giudiziale.