Crisi d’impresa e rapporti bancari: cosa non fare mai

Gli errori da evitare nella gestione dei rapporti con le banche durante una situazione di difficoltà finanziaria

La gestione dei rapporti bancari è un elemento centrale nella vita di ogni impresa. Lo diventa ancora di più quando l’impresa attraversa una crisi: proprio in questi momenti, infatti, ogni scelta può avere ripercussioni decisive sulla possibilità di superare le difficoltà o, al contrario, di aggravare la situazione.

In questo articolo analizziamo gli errori più comuni che il debitore deve evitare nei rapporti con gli istituti di credito durante la crisi, per non compromettere le possibilità di risanamento e per tutelare adeguatamente il proprio patrimonio.

1 Non sottovalutare i segnali di tensione finanziaria

Il primo errore da evitare è ignorare o minimizzare i segnali di difficoltà: riduzione dei margini di liquidità, ritardi nei pagamenti, utilizzo frequente degli affidamenti bancari. Affrontare tempestivamente i primi segnali di crisi consente di mantenere il dialogo con gli istituti di credito e di valutare interventi correttivi prima che la situazione diventi irreversibile.

2 Non interrompere il dialogo con le banche

La tentazione di evitare il confronto con le banche durante una fase di difficoltà può essere forte, ma è un errore grave. Le banche, in qualità di principali creditori finanziari, devono essere informate in modo trasparente sulle difficoltà in corso e sulle strategie che l’impresa intende adottare per il risanamento.

Un approccio collaborativo, supportato da una corretta comunicazione, aiuta a mantenere aperte soluzioni negoziali come la rinegoziazione del debito o l’accesso a strumenti di regolazione della crisi.

3 Non aggravare la posizione debitoria senza una strategia

In una situazione di tensione finanziaria, è rischioso:

  • ricorrere a nuovi finanziamenti senza una reale prospettiva di rientro;
  • accumulare ulteriori esposizioni bancarie;
  • firmare nuove garanzie personali o societarie senza un’adeguata valutazione dei rischi.

Tali scelte possono compromettere irrimediabilmente il patrimonio personale o quello aziendale, e rendere più difficile qualsiasi operazione di risanamento futuro.

4 Non alterare le informazioni fornite agli istituti di credito

La crisi può indurre a nascondere dati o rappresentare in modo non veritiero la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa.
Questa condotta, oltre a essere inopportuna sotto il profilo etico, può comportare responsabilità civili e penali, e pregiudicare irrimediabilmente la possibilità di ottenere fiducia da parte degli interlocutori bancari.

5 Non trascurare la possibilità di attivare strumenti di regolazione della crisi

Il Codice della crisi d’impresa offre oggi strumenti specifici – come la composizione negoziata della crisi, il concordato preventivo o gli accordi di ristrutturazione – pensati per accompagnare il debitore nella gestione delle difficoltà in un contesto controllato e ordinato.

Ignorare questi strumenti o attivarli troppo tardi può compromettere il patrimonio aziendale, rendere più difficile la protezione dagli atti esecutivi dei creditori e limitare il margine di manovra negoziale.

La gestione dei rapporti bancari in una fase di crisi richiede prudenza, trasparenza e competenza. Evitare gli errori più comuni è essenziale per preservare il patrimonio, mantenere margini di negoziazione e costruire un percorso di risanamento credibile.Un supporto professionale qualificato può aiutare l’impresa a muoversi in modo corretto e strategico, rafforzando il dialogo con gli istituti di credito e utilizzando al meglio gli strumenti di tutela offerti dall’ordinamento.