Quando la banca blocca il conto: cosa significa il pignoramento e quali sono le principali tutele previste dalla legge
Il pignoramento del conto corrente è una misura esecutiva attraverso cui un creditore – munito di un titolo esecutivo – può agire per recuperare quanto gli è dovuto. La banca, in qualità di terzo, è tenuta a bloccare le somme disponibili sul conto intestato al debitore, fino alla concorrenza del credito vantato.
Si tratta di una procedura e qspesso repentina, che può generare notevoli difficoltà operative, soprattutto per chi utilizza il conto per la gestione delle spese quotidiane o per il pagamento degli stipendi aziendali. Tuttavia, anche in questi casi, il debitore conserva una serie di diritti che possono essere difesi attraverso gli strumenti previsti dalla legge.
Come funziona il pignoramento del conto corrente
Il procedimento si articola in diverse fasi:
- Notifica dell’atto di pignoramento alla banca (terzo pignorato) e contestualmente al debitore;
- Blocco delle somme presenti sul conto alla data della notifica, fino a concorrenza del credito indicato;
- Udienza di comparizione delle parti davanti al giudice dell’esecuzione, per l’eventuale assegnazione delle somme pignorate.
È importante precisare che il pignoramento non può colpire indiscriminatamente tutte le somme presenti o future sul conto. Esistono infatti limiti di legge e tutele specifiche, in particolare per i lavoratori dipendenti, i pensionati e i conti cointestati.
Le principali tutele previste dalla legge
Il nostro ordinamento prevede diverse forme di tutela per il soggetto esecutato. Tra le principali:
- Impignorabilità totale o parziale di alcune somme:
Ad esempio, le somme provenienti da stipendi o pensioni, se accreditate sul conto, sono pignorabili solo nei limiti di legge (solitamente nella misura di un quinto, al netto delle imposte). - Tutela del minimo vitale:
La giurisprudenza ha più volte ribadito che deve essere garantita al debitore una soglia minima di sussistenza, a prescindere dall’importo del credito vantato. - Conti cointestati:
In caso di conto cointestato, il pignoramento può colpire solo la quota parte del debitore (presuntivamente il 50%), salvo diversa dimostrazione. - Vizi formali dell’atto:
Un’analisi legale può individuare irregolarità nella notifica o nel titolo esecutivo alla base dell’azione, con possibilità di opposizione.
Le strategie di difesa: cosa può fare il debitore
Il pignoramento non è un punto di arrivo, ma un passaggio che può essere affrontato e, in alcuni casi, neutralizzato. Le azioni legali da valutare includono:
- Opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi
Se vi sono vizi nel titolo o nella procedura, è possibile ricorrere al giudice per chiedere la sospensione o la revoca del pignoramento. - Istanza di conversione del pignoramento
Il debitore può proporre il pagamento dilazionato dell’importo dovuto, offrendo garanzie idonee. - Accordi transattivi con il creditore
Spesso è possibile negoziare una soluzione stragiudiziale, più sostenibile economicamente, che eviti la prosecuzione dell’esecuzione forzata. - Ricorso al giudice per la tutela del minimo vitale
In caso di blocco totale delle somme, è fondamentale richiedere al giudice l’autorizzazione allo sblocco parziale per esigenze primarie.
Come lavoriamo: l’approccio dello Studio Legale Ajese
Il nostro Studio analizza attentamente la documentazione ricevuta dal cliente – atto di pignoramento, estratti conto, eventuali titoli esecutivi – e valuta le azioni più efficaci per tutelare il patrimonio e la continuità economica.
In ogni fase, offriamo assistenza personalizzata, con l’obiettivo di:
- Garantire il rispetto delle tutele previste per legge;
- Verificare la legittimità degli atti esecutivi;
- Attivare le procedure giudiziarie e stragiudiziarie più opportune;
- Ridurre l’impatto economico e operativo del pignoramento.