Quando il “debito” non esiste: l’importanza di verificare con attenzione i rapporti bancari

Anche una richiesta di oltre 360mila euro può rivelarsi infondata: il caso di un’impresa edile veneziana e di come la difesa legale ha ribaltato le pretese della banca

Può succedere che un’impresa si trovi a dover fronteggiare richieste di pagamento da parte delle banche, anche per somme rilevanti. Tuttavia, non sempre ciò che appare come un debito corrisponde effettivamente a un’obbligazione dovuta. Per questo motivo è essenziale analizzare ogni rapporto bancario con attenzione, avvalendosi della consulenza di professionisti esperti.

Il caso: oltre 360.000 euro addebitati ingiustamente a un’impresa edile

Portiamo ad esempio un caso del 2021, dove il giudice ha riconosciuto la fondatezza delle contestazioni sollevate da un’impresa edile della provincia di Venezia, assistita dallo Studio Ajese&Partners. Alla società era stato richiesto il pagamento di oltre 360.000 euro, somma che la banca riteneva dovuta a titolo di saldo negativo su un conto corrente chiuso nel 2018.

L’intervento dell’avvocato Ajese ha consentito di ottenere una verifica giudiziale puntuale: il Tribunale ha nominato un consulente tecnico d’ufficio, il quale – dopo un’analisi dettagliata della documentazione – ha accertato che non solo il debito non sussisteva, ma che la banca doveva all’impresa oltre 8mila euro, somma derivante da addebiti non giustificati e applicazioni scorrette di interessi e commissioni. Inoltre, la banca ha dovuto risarcire l’impresa delle spese legali dell’intero processo.

Un ribaltamento completo dello scenario iniziale, che evidenzia quanto sia determinante svolgere accertamenti tecnici anche quando la posizione della banca sembra formalmente corretta.

Perché è fondamentale eseguire verifiche approfondite

Ogni volta che una banca contesta un debito, è opportuno evitare soluzioni affrettate. Accettare passivamente le pretese dell’istituto di credito può condurre al pagamento di somme non dovute o alla rinuncia a somme spettanti. La verifica tecnica del rapporto bancario può mettere in luce:

  • Anatocismo (interessi calcolati su interessi);
  • Commissioni di massimo scoperto non pattuite;
  • Applicazione retroattiva di spese o tassi non concordati;
  • Errori di calcolo o irregolarità nei contratti di apertura di credito.

Alcune accortezze per imprese e professionisti

Per tutelarsi da richieste infondate e preservare la solidità finanziaria dell’impresa, è consigliabile:

  1. Conservare tutta la documentazione bancaria (estratti conto, contratti, corrispondenza);
  2. Richiedere la perizia di un consulente tecnico esperto in materia bancaria, per analizzare l’andamento del conto;
  3. Verificare le clausole contrattuali e la regolarità dei tassi applicati;
  4. Agire in giudizio solo dopo una valutazione tecnica della situazione, così da avere contezza del rischio e delle reali possibilità di successo.

Il caso dell’impresa edile veneziana assistita dall’avvocato Daniela Ajese dimostra come una situazione apparentemente sfavorevole possa trasformarsi in un’opportunità di recupero economico. Solo un approccio tecnico-giuridico, fondato su dati oggettivi e una solida strategia legale, può garantire una difesa efficace contro richieste bancarie non dovute.

In caso di contestazioni da parte della banca, l’unica scelta responsabile è quella di affidarsi a un team esperto, capace di distinguere tra ciò che è dovuto e ciò che non lo è.